La mia avventura in bici: vivere fino in fondo il Tuscany Trail. In attesa del Toscana Trail 2017, che si svolgerà il prossimo 2 Giugno 2017, vi raccontiamo l’esperienza di Giovanni Cammilli un nostro blogger friend, sportivo e appassionato di bici,  in occasione della scorsa edizione 2016.

Parte 1

La mia avventura in bici: vivere fino in fondo il Tuscany Trail ha avuto inizio a Gennaio del 2016. Non avevo la benché minima idea di quello che mi aspettasse. Mi ero innamorato del video pubblicato sul loro sito e avevo deciso di volerne fare parte a tutti i costi. Il video aveva fatto breccia sulla mia anima romantica, vedere quelle belle immagini mi faceva volare con la fantasia e riusciva a portarmi quasi in una dimensione intimistica e surreale.

Quindi di buona lena inizio a pedalare un po’ più assiduamente, ma purtroppo non quanto vorrei, il tempo passa, il TT si avvicina, un brutto inconveniente alla bici rischia di minare tutti i miei progetti. Punto fermo, niente tenda, si dorme in albergo, bancomat e carta di credito e via….poi però guardando la carta vedo che almeno nella prima parte del percorso, quella che attraversa Apuane e Appennini di strutture ricettive non ce sono poi molte, allora decido di portarmi dietro sacco a pelo, materassino e telo termico di emergenza.

La bici mi viene restituita quando mancano pochi giorni alla partenza. Un amico mi fornisce di GPS, che purtroppo non riuscirò a provare fino alla partenza e un altro mi dota dell’impianto di illuminazione. Il piano è semplice pedalare per due ore e riposarmi per mezzora da mattina a sera. Arrivato a Firenze poi il più è fatto….niente di più sbagliato, purtroppo come vedremo in seguito non ne avevo indovinata una……

Arrivo in Piazza Aranci a Massa, lo spettacolo che mi si propone è fantastico, una moltitudine di bikers provenienti da mezza Europa che si assiepano davanti all’ideatore del giro Andrea Borchi. Il tempo di fare la foto di rito poi 5-4-3-2-1 via si parte!

I primi chilometri passano veloci, nonostante il tempo grigio non piove, faccio amicizia con alcuni bikers tedeschi. Il percorso è molto bello si ride si scherza e intanto si continua a salire, sui tornanti che conducono a Sant’Anna di Stazzema.

Passato Stazzema, la strada diventa sterrata ma ancora pedalabile, per poco purtroppo, due curve e si iniziano a vedere i primi gradoni, il sentiero ora si inerpica ripido alternando tratti scalinati a tratti scorrevoli fino a diventare una vera e propria via crucis che ci porterà purtroppo tutto a spinta fino al passo delle Porchette. Mi rendo conto che si sta concretizzando la mia avventura in bici: vivere fino in fondo il Tuscany Trail.

Arrivati in cima fa proprio freddo, nebbia e vento la fanno da padroni, mi infilo uno smanicato e inizio a scendere. La discesa non è proprio tanto agevole, tant’è che molti bikers procedono a piedi. Proseguendo la discesa si fa sempre meno impegnativa, veloci stradelli interrotti da curve secche, mi faccio prendere la mano e su un tornante tiro un dritto da parte a parte della curva andando a sbattere sul contrafforte laterale opposto. Niente di grave però è meglio darsi una regolata se voglio arrivare almeno a Firenze.

Ho un problema, grosso, ho caricato la traccia sul GPS ma non riesco a vederla, proprio grazie alla presenza di altri bikers procedo per un tratto e poi fortunatamente un esperto che viaggia di gran carriera, mi aiuta a ritrovare la traccia…

Lungo la salita per Lucchio ci fermiamo a mangiare una barretta e vediamo arrivare due ragazzi di Forlì e di Treviso che salgono allegramente facendo una gran caciara, si fermano anche loro a rifocillarsi e subito scatta l’amicizia, la complicità. Con loro divideremo gran parte della nostra avventura fino a Firenze.

Arrivato alla sommità del monte trovo un gran vento, tanto che mi ritrovo costretto a ripararmi in una cappellina per vestirmi e mangiare qualcosa.

Ci mettiamo di buona lena in un infinito sali-scendi e dopo tanto arriviamo a Prunetta dove finalmente ci fermiamo a mangiare e a scaldarci un po’. Nel bar incontro altri amici e un biker del Lago di Garda. Ci aspettano mentre ci abbuffiamo di crostate/panini/stuzzichini/paste/cocacole-caffè. Ci vestiamo pesante e scendiamo verso Le Piastre, da dove ci inerpichiamo su una bella forestale che ci porterà fin sopra San Mommè e successivamente dentro il parco della foresta dell’Acquerino. Ora siamo diversi bikers che alternandosi/sorpassandosi/aspettandosi si trovano a percorrere assieme questi splendidi boschi. Saliamo/scendiamo/arranchiamo/guadiamo fino ad arrivare a Monachino, qualcuno molla e preferisce accamparsi per la notte, noi tiriamo dritto, imperterriti, oramai sono veramente tante ore che pedaliamo ma le gambe sembrano aver trovato il loro ritmo e continuano a macinare chilometri. Arriviamo finalmente alle Cavallaie e ci buttiamo in discesa verso la fattoria di Javello, la meta è vicina!

Tra poco arriverò ai Renai a Signa, ho smania di arrivare, dopo una pausa solo soletto riparto lungo la ciclabile del Bisenzio. Pedalo nell’oscurità più completa su stradine secondarie fino ad arrivare a Sant’Angelo a Lecore e poi ancora immerso nel buio della notte nelle campagne che conducono a Signa e a i suoi Renai.

La mattina del secondo giorno mi sveglio presto, pedalo veloce lungo i renai e poi attraverso le Cascine deserte perché voglio fare presto, ho un appuntamento al piazzale alle 9 con il resto della banda. Puntuale come uno svizzero salgo le rampe e trovo tutti pronti e motivati, c’è anche uno strano tipo con una MTB trasformata artigianalmente in bici elettrica che ha una grossa batteria fissata alla meglio sul portapacchi posteriore….visti dall’esterno sembriamo più un’armata Brancaleone che dei partecipanti ad una manifestazione così importante. Del resto la mia avventura in bici: vivere fino in fondo il Tuscany Trail è anche questo.

Il gruppo ha delle idee piuttosto guerrigliere, il progetto è di provare ad arrivare fino a Radicofani. Chiedo se hanno idea di quanti chilometri possano essere e mi dicono un po’ più di 200….io ne ho già fatti quasi venti…faccio finta di niente e comincio a pedalare. Incontriamo pochi bikers, in effetti non sono molti quelli che sono riusciti a passare gli appennini e si sono sciroppati questo tappone per arrivare a Firenze il primo giorno.