Attraversando l’Italia in ogni luogo si può trovare una tipicità, solitamente un vino che rappresenta i caratteri di un territorio ed è specchio della cultura e fantasia italiana.
I nomi dei vini italiani sono spesso curiosi e possono alludere alla sfera erotica, a quella più poetica oppure a quella fantasiosa e leggendaria. Nomi diversi, che variano da regione a regione, da paese a paese.

Sulle dolci colline nel centro della Toscana – non lontano da Firenze e Prato – su terreni vocati alla produzione di vino già dal 804 d.c. si produce il Vino di Carmignano. Alcune varietà di questa produzione di vino si discostano dal Chianti classico composto da sangiovese, canaiolo, malvasia bianca e trebbiano per una diversa composizione dell’uvaggio dei vigneti.

Sulle tracce del Vin Ruspo di Carmignano, mi è capitato di imbattermi in una storia davvero singolare. Ispirata da un nome così singolare, sono andata alla ricerca delle sue origini.
Il Vin Ruspo è un vino di antica tradizione Carmignanese, la cui storia è legata alla mezzadria locale.

Si narra che tale vino sia nato grazie a un piccolo furto divenuto ‘uso’, e quindi un diritto: Il vino veniva “ruspato”, cioè sottratto (col tacito consenso dei proprietari) dai tinelli durante il trasporto ai tini della Fattoria.

Questo mosto ‘ruspato’ veniva messo subito in damigiana e nascosto in cantina. In effetti il termine ruspare non è usato ai giorni nostri, ma proprio sul dizionario dell’Accademia della Crusca viene suggerito l’utilizzo di questo aggettivo per denunciarne l’originaria ruvidezza delle monete in pietra.

Per ritornare alla storia del furto, qualche mese dopo la vendemmia, venivano tolte le bucce delle uve e favorito così suo colore tipicamente rosato. Proprio la fretta tipica di un atto illecito ha determinato, in questo vino, il colore chiaro, un odore fragrante e fruttato. Il suo sapore è sapido, fresco, armonico, gradevolmente acidulo.

Il matematico ed ingegnere Vincenzo Viviani, quando nel 1687 scrisse il Discorso intorno al difendersi da’ riempimenti e dalle corrosione de’ fiumi, dedicandolo al Granduca di Toscana Cosimo III, utilizzò proprio questo termine proprio per indicare le caratteristiche di questo territorio. Con il termine ‘Ruspo’, il Viviani definiva l’irregolarità del sasso della Gonfolina, che da sempre rispecchia le caratteristiche geomorfologiche dei terreni carmignanesi che hanno dato la vita e la storia al Vin Ruspo.

Per ritornare ai giorni d’oggi, qualche anno fa nel centro storico di Prato, è stato organizzato un percorso per riscoprire le eccellenze tipiche locali.L’evento, denominato ‘L’aperitivo con Vin Ruspo’ impegnava i migliori barman della città a creare gustosi aperitivi a base di Vin Ruspo, il rosé del Carmignano, ideale per l’happy hour.

Ancora oggi le più antiche e prestigiose terre di produzione del Vin Ruspo di questo territorio rimangono quelle della Tenuta di Capezzana a Carmignano.

Si può visitare la Tenuta tutto l’anno. Su prenotazione la degustazione dei prodotti è accompagnata dall’affascinante tour nei locali storici dell’azienda, partendo dalle antiche cantine, giungendo fino alla vinsantaia e al frantoio.