A breve distanza dalla sponda bresciana del più famoso Lago di Garda, sorge il terzo lago prealpino della Provincia di Brescia, il Lago d’Idro. Uno specchio d’acqua incastonato tra i monti della Valle Sabbia, una destinazione a contatto con la natura, lontano dai ritmi frenetici della città e dalle orde di turisti che affollano il Garda.

Diverse possibilità di svago sorgono nei dintorni di questo grazioso lago, perfette per amanti della natura, della cultura e dello sport: percorsi trekking, passeggiate con viste panoramiche strepitose, resti di trincee delle guerre mondiali, fucine per l’antica lavorazione del ferro,…

Ma anche diverse occasioni per praticare sport, dai percorsi ferrati alle arrampicate, dal motocross al parapendio, senza dimenticare gli sport acquatici come il windsurf o canoa. Gli amanti degli sport invernali troveranno invece interessanti le piste da sci del Maniva Ski.

Il Lago d’Idro è sempre stato in una posizione strategica e di controllo sul territorio. Zona di confine tra la Repubblica Veneziana e l’Austria, permetteva di controllare la secondaria via d’accesso della merce, riscuotendo dazi ed evitando incursioni nemiche, grazie alla Rocca d’Anfo, una costruzione militare che si affaccia sulla sponda orientale del Lago d’Idro.

Un avamposto militare, che affascinò Napoleone. Il conquistatore francese lo ammodernerà e lo ingrandirà, presentando in Francia la rocca d’Anfo come esempio di perfetta costruzione militare, tanto che ancora oggi un plastico della Rocca e le tavole napoleoniche della sua realizzazione sono conservate ed esposte a Parigi.

La Rocca d’Anfo

La rocca d’Anfo è una delle fortezze militari più grandi d’Europa, con i suoi 43 edifici, disposti su un’area di 5 km su 300 metri di dislivello, e con oltre 700 gradini. Un’ opera imponente e all’avanguardia per la sua epoca, dove la cura dei dettagli e lo studio dei particolari sono un chiaro segnale dell’importanza strategica che questo edificio aveva per Napoleone.
Una fortezza esemplare, adatta ad ospitare 400 soldati operativi più i generali ed i comandanti, studiata nei particolari in caso di guerra, come le postazioni dei cannoni puntati verso i punti più strategici, e ponti levatoi che permettevano di isolare i diversi livelli della fortezza.

Niente è stato lasciato al caso e persino nelle finestre delle cucine, affacciate sul fossato sono state costruite feritoie!

Anche gli interni sono stati progettati con attenzione: le rampe di scale interne sono intervallate da pianerottoli con scanalature nelle parteti, che permettono di inserire sbarramenti dietro ai quali barricarsi ed impedire così la salita all’Osservatorio, la parte più alta del complesso sulla quale sventolava la bandiera napoleonica.

Ed all’indomito nemico che fosse riuscito a superare tutti questi ostacoli, l’ultima scala a chiocciola avrebbe costituito un ulteriore problema: la salita in senso orario, infatti metteva in difficoltà gli aggressori che tenevano la spada nel braccio destro e avrebbero avuto così minor spazio di movimento.
Una fortezza militare maestosa, in una posizione di controllo strategica, ma dai suoi cannoni non è mai stato sparato un colpo.

La Rocca d’Anfo è stata sì teatro di varie piccole battaglie, soprattutto nelle III Guerra d’Indipendenza Italiana, tra Austriaci e Repubblica Cisalpina, ma la battaglia risolutiva si svolse ben più a sud, vicino alla sponda meridionale del Lago di Garda.

Negli anni successivi la Rocca perde importanza a causa dello spostamento dei confini italiani, ma durante la grande Guerra torna ad essere un punto importante di un sistema di trincee fino a trasformarsi in una polveriera con deposito d’armi e munizioni nella Seconda Guerra Mondiale. Da cosa lo capiamo? Beh dal finto campanile costruito su tetto della Batteria Venezia: durante la Guerra infatti le chiese ed i luoghi di culto non venivano bombardati e questo finto campanile dall’alto veniva identificato come una chiesa e quindi non bombardato!

In seguito poi la Rocca cadde in uno stato di abbandono fino al 1995, quando dei volontari  iniziano a ripulire, disboscare e mettere in sicurezza l’area.
Oggi una buona parte della fortezza è visitabile nei fine settimana con una visita guidata, ma i lavori di recupero stanno tutt’ora continuando per permettere in futuro di visitare la struttura in tutto il suo complesso.
La visita attuale dura circa 4 ore, e si consiglia un abbigliamento da escursione: scarponcini, k-way, torcia e bottiglietta d’acqua; una brava e preparata guida vi accompagnerà tra le mura e nei cunicoli sotterranei fino all’osservatorio, raccontandovi i dettagli della storia della fortezza.