Giorgio Pagnini avventure senza fine fra Moto e Web. Brickscape presenta uno dei blogger e autori di testi di viaggio sulle due ruote più autorevoli, attualmente alle prese con le infinite possibilità del GPS nell’ambito del mototurismo.

Giorgio Pagnini, architetto e motociclista appassionato, originario di Fermignano, nel nord delle Marche e fiorentino di adozione. Si occupa di comunicazione multimediale, organizzazione di viaggi e fotografia. Si definisce un viaggiatore “orientato”, che viaggia a “certe condizioni”, perché il “medium” è una parte del viaggio. Per questo predilige la moto, mezzo che diminuisce i filtri ed aiuta a toccare le cose e provare emozioni. In moto ha viaggiato molto in Europa, ma la sua vera passione è il deserto del Sahara in cui torna ogni volta che può. Con questo articolo inizia a collaborare al blog di Brickscape e ad occuparsi, per i nostri lettori, dei viaggi su ruote.

Ti definisci un Si definisce un viaggiatore “orientato”, che viaggia a “certe condizioni”, perché il “medium” è una parte del viaggio. La moto quindi è per te uno strumento di conoscenza?

Si, per me la moto è uno strumento di conoscenza, perché ti “costringe/consente” ad essere “dentro” i luoghi, a sentirteli addosso.

Qual è stato il primo viaggio importante della tua vita e perché lo hai fatto?

Il primo viaggio importante è quello che ho fatto (in moto “of corse”) nel deserto algerino all’inizio degli anni novanta (del secolo scorso, sigh!!) e che racconto nel mio libro Vorrei di nuovo quegli occhi. Avevo scoperto la cultura e gli spazi del nord-Africa e ne ero rimasto folgorato ed ho voluto iniziare ad esplorare quella parte di mondo che era, in parte, ancora poco conosciuto.

E’ stato questo il viaggio che ha fatto nascere in te la sacra febbre del viaggiatore?

Si, con questo viaggio ho iniziato a capire come sistematizzare le conoscenze (e le emozioni) dei viaggi precedenti, incanalando le mie esperienze di viaggiatore verso il viaggio/avventura.

Con Color Travels ti occupi di una forma davvero interessante di turismo, che per molti versi si riconduce al turismo esperienziale. Vuoi spiegare ai lettori del Blog di Brickscape in cosa consistono i vostri viaggi e come si svolgono?

Con ColorTravels proponiamo viaggi su misura solo in parti del mondo che, io o i miei soci, conosciamo bene. Per questo a Cuba proponiamo viaggi in auto con autista ed alloggio in stanza all’interno di case private (casas particulares), mentre in Marocco proponiamo viaggi in cui si guida un mezzo (auto o moto) seguendo le indicazioni di percorso sotto forma di “roadbook”, come si usa nei rally ed alloggio in strutture gestite da locali, il meno possibile standardizzate. Un sistema simile a quello di Cuba lo stiamo studiando per il Madagascar.

Le due ruote e il loro mondo, per certi versi magico e leggendario, hanno dato luogo ad un imponente letteratura in merito. Quali sono state e quali sono oggi le tue letture preferite in tal senso?

Nonostante gli anni il libro di riferimento rimane sempre Lo zen e l’arte della manutenzione della motocicletta che è stato tra i primi libri ad elevare il viaggio in moto a strumento di conoscenza esistenzial/filosofica. Poi sicuramente i libri di Ted Simon, con i suoi viaggi intorno al mondo. Tra i contemporanei apprezzo molto Toto le motò, un motociclista-architetto, ironico e sagace.

Sei un vero esperto di GPS, itinerari digitali e mappature. Un mondo piuttosto misterioso ed affascinante. Puoi spiegare meglio ai nostri lettori in che cosa consiste?

In realtà, come molti strumenti elettronici, GPS e mappe digitali sono molto più semplici di quanto si possa pensare. Nel cambiamento tra bussola e mappe cartacee con gli attuali strumenti digitali si modifica la velocità di pianificazione e consultazione degli itinerari e si aggiunge la sicurezza di sapere con precisione dove ci si trova (almeno finché il GPS funziona) ma questo non sostituisce la necessità di studiarsi i luoghi dove ci si reca, che cosa c’è da vedere quali sono le strade migliori ecc. Poi diventa un piacere vedere indicate le svolte ai vari bivi e sapere che anche se sbagli a girare, alla fine, il sistema di navigazione digitale sarà in grado di farti raggiungere, comunque, la tua meta.

E quali sono le ultimi novità o tendenze in questo ambito?

Le ultime tendenze sono da un lato il fiorire di siti web dove trovare itinerari, alternativi e non, delle varie zone che si intende visitare, con la possibilità di ripercorrerli fedelmente e dall’altro la costruzione di mappe digitali tematiche che contengano maggiori informazioni per conoscere il territorio dove ci si reca. Infatti ad oggi sono visualizzabili sulle mappe molte informazioni di tipo commerciale (ristoranti, negozi, farmacie ecc.), mentre sono molto poche quelle di tipo culturale relative ai luoghi di interesse che invece sono spesso il motivo per cui si intraprende un viaggio.

Ci racconti dov’è il tuo luogo del cuore in Italia? Qual è il posto nel quale ti trovi a tornare, più e più volte?

Il mio luogo del cuore sono le Marche, non solo perché ci sono cresciuto, ma perché continuano a mantenere, intatte, caratteristiche che ne fanno un luogo quasi senza tempo. Le campagne sono ancora coltivate, non ci sono state particolari speculazioni edilizie, i ritmi sono ancora lenti eppure c’è tutto quello che siamo abituati a considerare necessario e contemporaneo. Credo che le Marche abbiamo avuto un vero sviluppo sostenibile rimanendo “se stesse” pur nella contemporaneità.

Qual è il viaggio che non hai ancora fatto, ma vorresti fare?

Samarcanda, vorrei raggiungere Samarcanda in Uzbekistan, lungo la via della seta. È un viaggio che richiede preparazione non solo per i visti e le autorizzazioni necessarie, ma anche perché è preferibile conoscere un po’ di russo (che non conosco e dovrei studiare) perché nelle ex-repubbliche sovietiche è la lingua di scambio, altrimenti si rischia di non riuscire a comunicare.

Che cosa ne pensi del turismo esperienziale? Perché è importante stimolare i viaggiatori a non avere ‘filtri’ nella scoperta di nuove realtà, mete e destinazioni?

Credo che il turismo esperienziale sia la nuova frontiera del turismo, quello che consente di andare oltre il semplice spostamento da un luogo all’altro per aggiungere “cartoline” al proprio album, permettendo di passare dal “vedere dei luoghi”, rimanendo distanti dalle cose, al “sentire i luoghi” che riporta tutti i nostri sensi al centro del viaggio e ci permette di fare esperienza e quindi di sviluppare una reale conoscenza di ciò che abbiamo attraversato.

Giorgio Pagnini avventure senza fine fra Moto e Web